L’Unione Sarda: calzolaio un mestiere in estinzione? Geroli, Calzolai 2.0: “assolutamente no! Aggiornamento e innovazione le chiavi di successo per un mestiere pronto alle sfide del futuro”
Caro direttore
Sono rimasto molto colpito dall’articolo in prima oggi sul suo quotidiano e ripreso con spazio nelle pagine della provincia di Oristano, sulla chiusura del collega Giulio Cuccu. Premesso che al “gagliardo” 78enne vanno tutti i miei auguri di trascorrere una meritata pensione dopo aver “servito” i suoi concittadini per settant’anni, mi permetto però, da presidente nazionale dell’unica associazione di categoria di rappresentanza del nostro straordinario mestiere (aderente a Confartigianato per altro) di puntualizzare alcuni passaggi che rischiano, nel diritto di ognuno a raccontare la propria storia, di dare una immagine distorta di un mestiere si antico ma anche dinamico, interessante e 2.0. E che può dare lavoro a molti giovani, se non viene delegittimato e demonizzato da articoli come il vostro.
Parto dai presunti motivi di calo del lavoro. Il boom delle snakers (le scarpe da ginnastica per il tempo libero), l’”usa e getta”, la mancanza di remunerazione, denunciati dal vostro conterraneo sono in realtà i punti di forza del rilancio di noi calzolai.
Viviamo una “seconda giovinezza” per la professione, a patto però, di reinventarsi. Ne abbiamo fatta di strada. Oggi ci ritroviamo a fare dei lavori completamente diversi rispetto al passato in cui ci concentravamo principalmente su mezze suole e sopratacchi. Negli ultimi anni le richieste maggiori dei clienti hanno a che fare con il cambio dei fondi esterni che stanno sotto le scarpe (oggi perfettamente sostituibili grazie alle apposite presse in commercio se sci si è aggiornati per usarle correttamente), tinture e puliture, sostituzione di cerniere su capi in pelle, sino alla riparazione di valigie. Per non parlare del fiorente mercato della personalizzazione: dalle suole colorate alle borchie -che sempre di più mettiamo su scarpe nuove appena acquistate- sino alla messa a modello di calzature. Una fetta importante del nostro lavoro riguarda anche la calzatura su misura. Non quella classica da uomo e donna che necessitano di competenze che solo una parte di noi hanno, ma modelli premontati (dalle clarks ai sandali gioiello passando per le ballerine) che possiamo facilmente personalizzare. E’ dimostrato, per restare in sella serva un mix di continua specializzazione e conoscenze informatiche, indispensabili anche agli artigiani per riuscire a “vendersi” a un pubblico più ampio.
Certo la nostra professione è cambiata. Per questo è importante non restare chiusi nel proprio negozio, ma aprirsi alle nuove sfide che la società ci chiede. Proprio per aggirare le barriere dell’estinzione legata evidentemente alla mentalità “usa e getta”, nel 2013 abbiamo costituito la prima associazione nazionale dal nome evocativo “Calzolai 2.0” che conta oggi oltre 430 aderenti, diversi della Sardegna come Simone Usai della calzoleria FixaR di Cagliari (che le consiglio di contattare se vuole capire da vicino cosa significa fare il calzolaio di successo nel 2018. Lui garantisce, ad esempio, sostituzione fondi, risuolature in cuoio, in gomma, tacchi, cuciture, lavaggio, tinture e sanificazione, assistenza valige di molte marche, specializzato in risuolature sportive oltre ad essere Centro autorizzato Vibram).
Perseguiamo con determinazione la rappresentanza, la salvaguardia, la valorizzazione, la crescita e la promozione intensiva verso il pubblico del mestiere del calzolaio e della produzione delle scarpe su misura, anche tramite fiere e mercati nazionali e internazionali, ma soprattutto con la formazione. Direttamente o per tramite delle Confartigianato territoriali oppure patrocinando o solo promuovendo i tantissimi eventi di “formazione continua applicata” in materia di manutenzione, incollaggi, tinture, sanificazione e nuove tecnologie. A breve un nostro socio, Ervis Haxia, sarà nella vostra Isola per uno di questi corsi. Nel frattempo stiamo lavorando sulla scuola perché è impensabile che in Italia
non ci siano dei percorsi formativi che preparino al mestiere. Diversamente, in Svizzera ad esempio, per diventare calzolai è necessario un diploma specifico. Ecco, il fatto di esserci riuniti in una associazione ci permetterà di rivendicare in gruppo i nostri diritti. Stiamo chiedendo alle istituzioni un percorso scolastico tematico.
Concludo, nella speranza di avere spazio nel suo quotidiano per dare una immagine più fresca -e più aderente alla realtà- informandola che la Sardegna vede iscritti in camera di commercio ben 92 botteghe di calzoleria. Un numero che potrebbe crescere se si affacciano giovani con le idee chiare.
Calzolai 2.0
La nostra associazione ha 7 anni. E diventa grande soprattutto nei numeri. Ricordo che il 30 giugno del 2013 a Verona eravamo 45 soci fondatori. Oggi abbiamo sfondato la soglia dei 430 soci effettivi. Siamo 10 volte tanto e soprattutto siamo raddoppiati in un anno + 100% Ma non solo. Ci sono anche 42 soci sostenitori e, soprattutto una decina di fornitori ed imprese del settore che credono in noi e ci sostengono. Un orgoglio che cresce nel constatare che Calzolai 2.0 non è più una associazione del nord Italia ma nazionale. Abbiamo soci in 19 regioni d’Italia e nella provincia autonoma di Bolzano. Ci mancano rappresentanti solo ad Aosta.
Gli obiettivi che ci siamo posti:
1) dare dignità e rappresentanza nazionale ai calzolai
2) dare informazioni puntuali alla categoria
3) dare un punto di riferimento a chi opera in questo settore
4) tutelare la categoria
5) formazione continua (per chi già lavora e vuole migliorarsi) e scuole di mestiere (per le nuove leve)
6) visibilità a chi fa questo mestiere
I risultati: Abbiamo creato un portale (nel 2014) www.calzolaiduepuntozero.it dove è possibile vedere i collegi soci dove lavorano e trovare anche indicazioni più precise se uno lo ritiene interessante, abbiamo creato un logo che è il simbolo di appartenenza alla categoria, abbiamo informato i colleghi –spesso lasciati soli in bottega a lavorare – Oggi con pochi click è possibile avere informazioni.